Tutto quello che avresti voluto sapere sull'esperanto e non hai mai osato chiedere e' ora in rete, all'indirizzo http://iej.esperanto.it/faq/
Dalle risposte pronte alla raccolta di indirizzi, tutto quello che si puo' spiegare viene spiegato; e se manca qualcosa, poni una nuova domanda, e lascia che sia la comunita' dei lettori a risponderti. Oppure metti tu la risposta ad un quesito aperto.
Un grazie al responsabile del servizio, Manuel Giorgini, al quale potete far riferimento in caso di dubbi o richieste.
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Quando è nato l'esperanto?
L'esperanto è nato alla fine del XIX° secolo. L. L. Zamenhof pubblicò la prima grammatica nel 1887 nella speranza di contribuire a migliorare la comunicazione fra i popoli.
Che tipo di lingua è?
L'esperanto è una lingua semplice e razionale nella grammatica: tutti i verbi si coniugano allo stesso modo; da un insieme ristretto di elementi base si possono derivare moltissime parole composte; ecc. Il vocabolario deriva per la maggior parte dalle lingue neolatine.
Dove si parla l'esperanto?
L'esperanto è usato in tutto il mondo; la zona con la maggiore densità di esperantisti è probabilmente l'Europa centrale.
Quante persone lo parlano?
Secondo una fonte molto autorevole, l'Enciclopedia Britannica, circa otto milioni di persone. Stime più prudenti parlano di centinaia di migliaia. La risposta che si trova più spesso è intermedia: circa tre milioni di persone.
Ma non è una lingua solo europea?
È una lingua mondiale, e in questi anni i posti dove cresce di più sono l'Africa e l'Estremo Oriente. È vero che l'alfabeto e il lessico sono un ostacolo per i non occidentali (non più che con l'italiano o l'inglese, ovviamente); in compenso la struttura della lingua (basata sul costruire le parole a partire da elementi invariabili) la rende molto più simile ad alcune lingue extraeuropee che alla nostra.
Gli esperantisti sperano di abolire le lingue nazionali?
Fin dalla sua nascita l'Esperanto è usato e proposto come seconda lingua per i rapporti internazionali, parallelamente alle lingue nazionali.
Non basta imparare le lingua straniere?
La molteplicità delle lingue è una grande ricchezza dell'umanità, e lo studio delle lingue straniere è importantissimo. Però quante persone sono in grado di imparare tutte lingue che potrebbero servire? Nella sola Unione Europea ci sono 23 lingue ufficiali (e presto ben di più). E anche ammesso di riuscirci, ci vorrebbe un enorme dispendio di fatica, tempo e denaro.
Allora scegliamone una sola (l'inglese).
Naturalmente non abbiamo niente contro lo studio della lingua inglese, e apprezziamo tutte le opportunità per comunicare che essa dà; però imparare a fondo anche una sola lingua straniera è un investimento che non tutti si possono permettere; privilegiare una sola lingua nazionale sulle altre è un atto discriminatorio; l'uso internazionale di una lingua nazionale (e quindi difficile) mette in pericolo la sopravvivenza delle lingue più deboli.
L'esperanto, essendo relativamente facile e neutrale, non ha questi tre svantaggi; perciò lo parliamo, senza per questo rinunciare all'uso delle altre lingue. Anzi, come abbiamo già detto, l'esperanto facilita l'apprendimento delle lingue straniere, inglese compreso.
L'esperanto è una lingua artificiale / fredda / ...
Basta ascoltare una conversazione in esperanto per rendersi conto che è una lingua come tutte le altre, per niente fredda o meccanica. Fra l'altro ai nostri incontri spesso nascono flirt e amori internazionali, ed esistono famiglie che comunicano prevalentemente in esperanto. E di conseguenza ci sono persone che parlano l'esperanto dalla nascita: provate a dirlo a loro che è una lingua artificiale!
Ma se non ce l'avete fatta in cent'anni...
Non è necessario essere uno specialista per sapere che cent'anni sono un tempo molto breve per una lingua. Comunque quasi tutti gli esperantisti contesterebbero la frase "non ce l'avete fatta": l'esperanto esiste e chi vuole può usarlo per comunicare in modo facile, divertente ed immediato con ragazzi e ragazze di tutto il mondo. Probabilmente questa è la cosa più importante.
NSIR
Dalle risposte pronte alla raccolta di indirizzi, tutto quello che si puo' spiegare viene spiegato; e se manca qualcosa, poni una nuova domanda, e lascia che sia la comunita' dei lettori a risponderti. Oppure metti tu la risposta ad un quesito aperto.
Un grazie al responsabile del servizio, Manuel Giorgini
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